Giaci contorta tra le sponde di un pregno giardino di immagini.
Le parole si conficcano nelle membra stanche di tutte le incomprensioni.
Gonfiano, purtride, occhi, petto, pungi.
Un pianoforte è questo forse?
Si, c'è quel dannato varco nella rete,
lo vedo e lo tengo tra le mie mani.
Però non conta, ho bisogno di lasciarmi andare, non resisto così
finta, perfetta, sicura, ora ho bisogno della mia gemella e della sua voce.
Canta per me, te ne prego.
sabato 21 novembre 2009
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