venerdì 27 maggio 2011

racconti-costruzioni

Il caos si fa vuoto,
profili nella nebbia, nient'altro.
Densa casa bianca di non riposo,
annaspiamo
colpendo ciotoli aguzzi
con le dita dei piedi.
Barcolliamo nei sotterranei
delle nubi dei sogni.
Se mi tieni per mano non cambia l'intorno,
ma cambiamo noi.

Raccontami un oggetto,
così ch'io lo possa delineare
in questo muro bianco.
Raccontami le smorfie e i sorrisi
che esso può darti.
Ti regalerò la descrizione di un colore
con cui tu possa ornare i tuoi occhi.

Il nulla può avere la forma che tu vuoi guardare,
se ne possono fare origami leggeri.
Ciò che chiami reale sono fogli di carta,
costruiamoci aereoplani.

nessuna soluzione di continuità

I pensieri vogliono
appropriarsi di una vita aerea.

Fanno
mulinelli di espressioni,
cozzano
contro le mie pareti,
s'attorcigliano
in catene di parole.

Quel che ne risulta
è nient'altro che
una mancanza di costruzione di senso.

Eppure non so tacere
questa ricerca di rami e fiori
per lasciare solchi nella sabbia.

domenica 27 febbraio 2011

L'immenso pieno del silenzio,
che stramazza sui nostri corpi,
qui riuniti.
E sono Pranzi come celebrazioni vuote,
sola ripetizione del gesto sacro
dell'alzare e abbassare la forchetta.
Il sacerdote televisivo parla di
formaggio di pecore.
Intanto
dipingo unghie rosa per tornare
bambina, e tu,
mi disegni le storie in cui mi rifugio
per ascoltare i respiri degli altri.

lunedì 24 gennaio 2011

Lento scrivere,
la mina cade sulla pagina,
s'appresta, s'adagia e infila lettere
come perle in una collana.
Tattile sensazione
nel generare i pensieri,
nati come scosse di un interno terremoto,
mentre osservavi -testa all'insù-
il quotidiano intorno.

lunedì 10 gennaio 2011

Sei evanescente come il vento che scorre
tra le mie dita, se apro il palmo della mano.
Solo lievemente scottate dal freddo respiro,
in cui sono immersa, piedi saldi a terra.
Vorrei sentirti addosso, maglione caldo
a dare il giusto senso all'intorno, ma
non so dove tu stia correndo,
senza di me.

Rumori sordi costeggiano la mia mente
che s'allunga sui binari di una stazione;
cerco un treno e vedo le campagne.

Si rotolano le dita stanche,
su questo pianoforte freddo
e distendono viaggi senza partenze.

Vedo gli occhi scuri d'imperscrutabili pensieri,
e l'impegno del crearli in note
e la voglia di costruire una strada lontana
e la sconfinata emozione che rinnovano,
mi rende bocca di leone nel vento.